Data Card - Le politiche di coesione e le discariche

06/05/2021

Le politiche di coesione stanno partecipando allo sforzo del governo italiano per la bonifica delle discariche di rifiuti soggette o potenzialmente soggette a procedure di infrazione comunitaria. In particolare, sono risorse nazionali del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) a finanziare interventi per la messa in sicurezza e l'adeguamento di siti interessati dalla presenza di rifiuti che causano danno ambientale, contaminando terreni e falde e peggiorando la qualità della vita di coloro che vivono nei pressi.

OpenCoesione dedica una DataCard al tema delle discariche, subito dopo il primo appuntamento pubblico nel percorso di creazione di una “Una rete nazionale di monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile”, che si è tenuto il 16 aprile.
Il progetto è coordinato da Lunaria e Monithon con il sostegno finanziario della Direzione Generale per la Politica regionale e urbana della Commissione Europea e il supporto della Campagna Sbilanciamoci!, del Dipartimento Culture, Politica e Società dell’Università degli Studi di Torino, della Città metropolitana di Torino, di Europe Direct Torino e anche di OpenCoesione. Venerdì 16 aprile 2021, dalle 14.00 alle 17.00, si è infatti tenuta la prima iniziativa online, gratuita e aperta a tutti, nel corso della quale Monithon ha offerto una formazione specifica sul monitoraggio civico dei fondi delle politiche di coesione per l’ambiente e la sostenibilità. All'incontro - che ha visto la partecipazione di circa 170 persone, tra studenti, giornalisti, ricercatori e personale della pubblica amministrazione e delle istituzioni - ha preso parte anche il team di A Scuola di OpenCoesione, con l'esempio delle attività di monitoraggio civico realizzate nelle scuole italiana dal 2013. 

Le discariche "in infrazione" su OpenCoesione
Sul portale OpenCoesione sono monitorati 38 interventi relativi alla messa in sicurezza di 36 discariche oggetto di procedure d’infrazione da parte della Commissione europea: dal 2017 la risoluzione dei problemi ambientali legati a questi siti è affidata a un Commissario Straordinario per la Bonifica delle Discariche Abusive, il Generale dei Carabinieri Giuseppe Vadalà. Il costo pubblico complessivo per i 38 progetti è pari a 50,25 milioni di euro e l'avanzamento delle attività comporta pagamenti per 17,92 milioni di euro al 31 dicembre 2020 (dati tratti dal focus OpenCoesione dedicato alle "Bonifiche", pubblicato per la prima volta nell'aprile del 2021).



Il commissariamento si è reso necessario a causa delle inadempienze degli enti a cui era stato assegnato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri un termine per realizzare o completare gli interventi necessari ad adeguare le discariche che nel dicembre 2014 avevano portato a una sentenza di condanna per l’Italia della Corte di giustizia dell'Unione europea. Il mancato adeguamento - o il ritardo nel realizzarlo - comportano il pagamento di una ingente sanzione pecuniaria a carico della Repubblica italiana, una penalità inizialmente calcolata in 42,8 milioni di euro per ogni semestre di ritardo.

L'attività implementata dal Commissario mira a una progressiva riduzione della penalità, andando a intervenire sulle singole discariche assegnate, che inizialmente erano 81. 

Decorsi quattro anni dalla nomina del Commissario (marzo 2017), il lavoro svolto ha portato alla fuoriuscita dalla procedura di 48 discariche abusive. Le ultime sette sono quelle bonificate e accolte dall’Unione europea nella richiesta di "espunzione" che l'Italia ha presentato nel giugno del 2020, accolta nel marzo del 2021. Per ogni situazione risolta, l'Italia ha un risparmio sulla penalità: 400.000 in meno per ogni semestre per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi; 200.000 (sempre a semestre) per ogni altra discarica contenente rifiuti non pericolosi, messe a norma.

Politiche di coesione, monitoraggio civico e ambiente
Prima di raccontare 5 storie, legate ai progetti finanziati dalle politiche di coesione e relativi alle discariche oggetto di procedura d'infrazione, presentiamo i presupposti e gli obiettivi della Rete nazionale di monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile promossa da Monithon e Lunaria.

"I grandi interventi pubblici sul tema dell'ambiente sono una leva fondamentale per risolvere problemi e criticità che stanno al cuore dell'azione di tante associazioni, problemi che in molti casi vengono affrontati grazie a progetti finanziati dalla programmazione comunitaria delle politiche di coesione, soprattutto nel Mezzogiorno" spiega Luigi Reggi, coordinatore di Monithon, iniziativa indipendente della società civile che permette a chiunque di verificare come vengono spesi i fondi pubblici, partner di OpenCoesione.

Monitoraggio civico significa verifica, controllo, raccolta di idee e proposte da parte delle comunità civiche nei confronti delle decisioni pubbliche, a partire dai dati e dalle informazioni rese disponibili dalle amministrazioni responsabili. È una forma di partecipazione attiva alla vita pubblica, di cittadinanza consapevole. Come sottolinea Luigi Reggi: "Queste azioni possono far partire un dibattito utile, e informato, sui media. Il valore aggiunto del monitoraggio civico è la possibilità di avere tante sentinelle nei territori, che riescano ad andare nel dettaglio delle migliaia di progetti che vengono finanziati. Crediamo sia fondamentale andare ad analizzare i grandi interventi ma anche i progetti che hanno carattere locale e iperlocale, attivando singole comunità o le sedi locali di associazione. Attraverso una applicazione daremo la possibilità di scoprire 'dove sono' i progetti. Monithon, con Lunaria e Sbilanciamoci! si è presa l'impegno di fornire una lettura trasversale aggregata di quello che avviene nei territori".

"Il monitoraggio civico - conclude Reggi - è parte di un circolo virtuoso, di scambio e dibattito, che già vede impegnati studenti e amministrazioni locali e nazionali. L'obiettivo ultimo è migliorare l'efficacia di ciò che viene finanziato, per rendere le azioni pubbliche corrispondenti ai bisogni dei territori locali, di chi ci vive e pensa che la qualità dell'ambiente e della vita possa migliorare". Interventi locali e puntuali, come quelli sulle discariche abusive commissariate, che spesso ricadono all'interno del territorio di comuni di medie o piccole dimensioni. 

I progetti

PIANO PER LE INDAGINI PRELIMINARI FINALIZZATO ALLA MISE DEL CAMPO SPORTIVO FONTANA NEL COMUNE DI AUGUSTA, RICADENTE NEL SIN DI PRIOLO
Costo pubblico: € 128.701,52

Programma finanziatore: POR CONV FESR SICILIA 2007-2013
BENEFICIARIO: Regione Sicilia e ISPRA


Campo Fontana, ubicato all’ingresso di Augusta (SR), è il campo sportivo della città, costruito negli anni Sessanta del secolo scorso. L’impianto - che ha ospitato le partite di calcio del Megara 1908, la squadra locale che negli anni Settanta ha militato anche in serie D - è stato chiuso nel 2006, dopo che era stata riscontrata, nel sottosuolo, la presenza di cenere di pirite, residuo di lavorazione nella produzione di zolfo e acido solforico che contiene sostanze tossiche, in particolare arsenico. La pirite proviene dalla zona industriale siracusana: Campo Fontana ricade nel Sito d’Interesse Nazionale (SIN) di Priolo. La cenere fu utilizzata per la realizzazione del campo sportivo, tra la fine degli anni 60 e l’inizio degli anni 70.

Nell’estate del 2020 è stato approvato il progetto di messa in sicurezza dell'area, che prevede lo smaltimento delle ceneri di pirite e la sistemazione delle acque meteoriche del piazzale antistante il campo di calcio, nonché la realizzazione in toto degli impianti sportivi. L’obiettivo è tornare a donare l’area alla sua funzione sociale.

Attraverso il Fondo Europeo per lo Sviluppo regionale, nell’ambito del POR CONV FESR SICILIA, è stato finanziato con circa 128mila euro il piano per le indagini preliminari finalizzato alla messa in sicurezza d’emergenza del campo sportivo Fontana. Nella primavera del 2021 il Commissario ha annunciato l’avvio dell’iter per l’affidamento dei lavori di bonifica.


DISCARICHE ABUSIVE - COMUNE DI AMANTEA
Costo pubblico: €
2,97 milioni
Programma finanziatore: PROGRAMMA REGIONALE DI ATTUAZIONE (PRA) FSC CALABRIA 2007-2013
BENEFICIARIO: Comune di Amantea

Dimensioni area bonificata: circa 16.000 mq

Quella in località Grasullo ad Amantea, un Comune in provincia di Cosenza, in Calabria, è l’ex discarica comunale all’interno della quale venivano conferiti rifiuti solidi urbani (RSU). Occupa una superficie di circa un’area di circa 16.000 mq. Le ultime operazioni avviate, nel corso del 2020, sono quelle di integrazione alla caratterizzazione del sito: hanno l’obiettivo di comprendere in maniera più dettagliata la composizione degli scarti “sepolti” nell’area.

Le procedure di selezione, analisi e verifica dei rifiuti sono cominciate sotto il coordinamento del Magg. Aldo Papotto Capo Divisione Pianificazione spesa e controllo economico della task force del Commissario Vadalà. Le operazioni permetteranno di definire un progetto definitivo esecutivo di messa in sicurezza della ex discarica. Le operazioni di scavo di trincee sono finalizzate ad una comprensione maggiormente selettiva della qualità dei rifiuti presenti nel sito: le prime analisi hanno evidenziato la presenza di scarti in avanzato stato di decomposizione e sgretolamento.

Le politiche di coesione intervengono ad Amantea con un finanziamento complessivo pari a 2,97 milioni di euro, a valere sulle risorse nazionali del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione nell’ambito del PROGRAMMA REGIONALE DI ATTUAZIONE (PRA) FSC CALABRIA.


Video https://www.youtube.com/watch?v=jr09sHzfP_M


DISCARICHE ABUSIVE - COMUNE DI BADOLATO
Costo pubblico: €
1,02 milioni
Programma finanziatore: PROGRAMMA REGIONALE DI ATTUAZIONE (PRA) FSC CALABRIA 2007-2013
Beneficiario: Comune di Badolato

Badolato è un comune di circa 3mila abitanti della provincia di Catanzaro, un borgo medievale situato su una collina a pochi chilometri dalla costa ionica, nel Parco regionale delle Serre Calabre. Quella in località San Martini è l’ex discarica comunale.
Nel corso del 2020, si è conclusa la fase di studio progettuale da parte dell’Università del Sannio – Dipartimento Scientifico per la realizzazione del ripristino ambientale che prevede l’utilizzo di fitorimedi. Il progetto sfrutta le tecniche di biofitorimediation (ovvero le piante e i microrganismi) al fine di combattere ed eliminare l’inquinamento dei suoli della discarica riconducendo l’ambiente alla sua naturale destinazione. Il trattamento con elementi naturali (microrganismi e specie vegetali autoctone) ha la finalità di ricondurre il sito alle originali condizioni ambientali, ricreando la flora originaria e riportando la fauna in loco al fine di salvaguardare la salute del territorio ripristinando l’habitat naturale.

Il progetto per la discarica San Marini di Badolato prevede l’inoculo di popolazione microbiche (come funghi micorizici e batteri promotori della crescita floreale) attraverso lo spargimento al suolo, senza rimuovere la copertura vegetale presente nell’area d’intervento. 

L’intervento è finanziato dalla politica di coesione con 1,02 milioni di euro, a valere sulle risorse nazionali del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione nell’ambito del PROGRAMMA REGIONALE DI ATTUAZIONE (PRA) FSC CALABRIA.


COMUNE DI BENEVENTO - LAVORI DI MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE E RIPRISTINO AMBIENTALE DELLA DISMESSA DISCARICA DI RRSSUU SITA IN LOCALITÀ PONTE VALENTINO - II LOTTO
Costo pubblico: € 3,10 milioni
Programma finanziatore: POR FESR CAMPANIA 2014-2020
BENEFICIARIO: Comune di Benevento
Superficie totale dei suoli riabilitati: 4,60 HA


Per quasi due decenni la discarica di Ponte Valentino ha raccolto i rifiuti solidi urbani indifferenziati di Benevento, prima di essere chiusa perché satura. L’impianto è stato gestito dall’Azienda Municipale Igiene Urbana - in forma abbreviata A.M.I.U – nata nel 1978  per occuparsi di raccolta rifiuti e spazzamento stradale manuale.

Prima degli interventi di bonifica la situazione di tale discarica era considerata particolarmente critica, avendo ricevuto elevate quantità di rifiuti senza essere dotata dei necessari presidi ambientali (non c’era, ad esempio, alcun sistema di impermeabilizzazione del fondo né sistemi di drenaggio del percolato e del biogas).
Il percolato fuoriuscito dalla discarica ha avuto un’azione defertilizzante sui terreni circostanti (in zona industriale) mentre nella discarica, nel corso degli anni, sono stati depositati anche rifiuti speciali pericolosi e non. L’azione del Commissario ha documentato infiltrazioni di percolato nella falda idrica, con presenza di valori molto elevati di metalli pesanti (arsenico, nichel, piombo e cromo). A seguito del piano di caratterizzazione eseguito sul sito, sono stati disposti interventi di messa in sicurezza permanente e di ripristino ambientale di tale discarica. Questi interventi hanno comportato la cinturazione impermeabile del corpo della discarica, un capping impermeabile, un sistema di monitoraggio del biogas, un sistema di captazione del percolato e un’azione di monitoraggio ambientale. I rifiuti speciali contenenti amianto ritrovati nel corso dei lavori di messa in sicurezza permanente sono stati correttamente smaltiti.

La politica di coesione ha garantito 3,10 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) nell’ambito del programma POR FESR CAMPANIA. A seguito degli interventi, a partire dal giugno 2018 gli interventi realizzati hanno conseguito gli obiettivi ambientali e perciò la discarica è stata espunta dalla lista delle discariche in procedura d’infrazione.


OPERE DI BONIFICA EX DISCARICA S.ELENA, VIA S.ELENA SALZANO (VE)
Costo pubblico: €
5,73 milioni
Programma finanziatore: FSC 2007-2013 PIANO STRAORDINARIO DI BONIFICA DELLE DISCARICHE ABUSIVE REGIONE VENETO
BENEFICIARIO: Veneto Acque Spa
Superficie totale dei suoli riabilitati: 50.000 mq


L’area dell’ex discarica Sant’Elena, che occupa un’area di 50.000 mq, è stata sfruttata fino alla fine degli anni Settanta, per l’estrazione di argilla, con conseguente formazione di depressioni, in seguito colmate con rifiuti solidi urbani ed industriali. La discarica è rimasta in esercizio dal 1979 al 1985. Il Corpo Forestale dello Stato, nel 2002, ha condotto un censimento delle discariche abusive presenti nel territorio nazionale nel quale rientra anche l’ex discarica Sant’Elena di Robegano. 

Nel 2009 è stato eseguito un primo limitato intervento di messa in sicurezza permanente in corrispondenza dell’angolo nord est della discarica, in occasione della realizzazione di una bretella autostradale collegata alle opere del “Passante”.

La Regione Veneto, nel 2015, ha inteso affidare “in house” alla propria società, Veneto Acque S.p.a., la gestione dell’intervento di bonifica della ex discarica. Veneto Acque, dopo   aver preliminarmente approfondito le caratteristiche ambientali del sito, nel 2016 ha sviluppato il progetto definitivo ed esecutivo dell’intervento di messa in sicurezza, che prevede la conterminazione dei rifiuti industriali mediante la realizzazione di un diaframma plastico perimetrale immorsato nell’argilla fino alla profondità di circa 7 metri, la stesa di un manto di copertura in argilla sull’intera superficie interessata e l’esecuzione di interventi di bonifica in situ mediante iniezione di sostanze ossidanti che consentono l’abbattimento dei contaminanti. Il progetto di bonifica prevede un finanziamento pari a 5,73 milioni di euro, a valere sul Fondo per lo Sviluppo e la Coesione nell’ambito del PIANO STRAORDINARIO DI BONIFICA DELLE DISCARICHE ABUSIVE REGIONE VENETO. Il 18 giugno 2020 è stata comunicata l’accettazione da parte della Commissione europea del dossier di richiesta di espunzione.